I signori Bersano Giuseppe e la moglie Felicina raccontano che la famiglia "Avigliè", forse per voto, aveva fatto costruire un pilone dietro la casa nel proprio terreno, ove attualmente sorge la Chiesa. In seguito tutte le famiglie appartenenti alla Borgata e abitanti in Case Bottini, Cavaliera, Durandi, Rubina, Gallo, Canale, Pianeta, Grangia del Bosco, Primavera, Bragona, Impero, Casa Nuova, Cascina Varda, Romanina, Foriero, Mattiolini, Rocca, Porporata, Grangia Nuova, Vittoria, Rolanda, Siena, Burgheisa, Berciata e tutte le famiglie di Manesco, hanno costruito una piccola chiesetta con annesso campanile, appoggiato sulla volta della Cappella. Nel 1879 - 1880 l'atrio venne chiuso con tre muri ed abbattuto il muro della facciata preesistente, venne allungata la Cappella, si fecero alcune riparazioni; le spese sostenute furono le seguenti: pagato il capo mastro impresario lire 380; alla fornace Borgialli lire 96; n. 2 statue lire 48; falegname Chiarabaglio lire 104; al ferraio lire 34; per calce lire 85,45; sabbia lire 10, ricorso al Comune lire 1,40.
Nel 1888-1889 i borghigiani hanno comprato la campana pagandola lire 105 con ricevuta che hanno versato al conducente da Cuorgnè.
In seguito fu costruita la parte più grande della Cappella; nel 1915 fu messo il cancello in ferro nella parte esterna, costo lire 196.
Interessante è il seguente verbale tratto dal libro della Cappella: “Il 4 marzo 1923 fu convocata l'Amministrazione della Cappella, considerato il pericolo di rovina del campanile, appoggiato sulla volta della Cappella, e la necessità di sostituirlo con uno nuovo, l' amministrazione deliberò, di procedere alla costruzione di un nuovo campanile su sito proprio. Visto i preventivi presentati dai quattro capi mastri interpellati, diede la sua preferenza a quello del signor Pirelli Giuseppe che si proponeva di eseguire il disegno del geometra Bruno, al prezzo di lire 2.450, mediante la somministrazione del materiale da parte dei borghigiani. Alla spesa l'Amministrazione farà parte con le offerte dei borghigiani che già ascendevano a lire 120 e coi fondi della Cappella".
Il Priore Salarino Michele ed il sotto Priore Bollero Pietro, per fare fronte a detto deficit, fecero un mutuo presso la Cassa Rurale di Favria di lire 1.600.